Quando il mio capo mi ha detto “ Sono riuscito ad avere Tim Rollins per un laboratorio e per una conferenza qui a Cremona” quasi non ci credevo.
Nemmeno quando me lo sono trovata davanti, a un metro da me, non riuscivo ancora bene a credere a quello che stava accadendo.
Nella mia testa c’era solo una vocina che diceva in continuazione “ Sei ad una lezione con Tim Rollins, non bruciare l’occasione”. E così ho fatto.
Tim Rollins, artista visuale, fondatore del Group Material e dei K.O.S, presente con le sue opere nelle collezioni permanenti di novanta musei di arte contemporanea del mondo, in occasione della mostra On Trasfiguration allestita alla GAMeC di Bergamo (la prima sua antologica in Italia – settembre 2011, gennaio 2012) ha accettato di tenere a Cremona un laboratorio con dei bambini delle scuole elementari della città e, nel pomeriggio , di tenere una lezione aperta per i ragazzi delle scuole superiori e per tutti gli interessati.
Più che una lezione, la sua, è stata un racconto e, più precisamente, il racconto di un viaggio lungo trent’anni che si riempie, di anno in anno, di tappe e tragitti sempre diversi.
Con lui in questo viaggio, sia verbale che fisico, quattro dei suoi kids, membri del gruppo da lui fondato nel 1981,i K.O.S (Kids of Survival).
Tim si presenta al pubblico, attento e incuriosito, e, fin da subito, cerca di interagire con noi presenti; “sono un battista, ho bisogno di coinvolgervi e di sentire le vostre voci”, dice.
Poi si fa serio, tutto d’un tratto e comincia il suo racconto:
“ E’ una bellissima mattina di settembre; su N.Y. c’è un cielo azzurro limpido. Lui e uno dei suoi ragazzi stanno lavorando ad un dipinto basato sull’opera sheakspiriana Sogno di una notte di mezza estate, nel loro attico sulla 26^ strada del West Side.
È l’11 settembre 2011 e le Twin Towers stanno crollando.
Si precipitano nello studio del South Bronx ed entrambi non riescono a credere a ciò che vedono: la violazione totale dello spirito umano.
Si guardano attorno, attoniti, shockati e comprendono che il loro scopo è quello di stare dalla parte della creazione. Dalla parte dell’arte. Non vogliono assecondare lo spirito distruttivo che ha causato quella strage.
Lui e Rick conoscono bene l’odore che imperversa su N.Y. e che entra dalle finestre aperte del loro studio: l’odore di ogni mattina nel South Bronx.
“E’ una fantastica mattina del 1981. Tim è un giovane neo laureato, un Superman, pieno di aspettative, pieno di sé, carico di energie < un autentico pazzo del Maine> (cit.).
C’è un altro pazzo a New York; un preside di una scuola di quartiere che decide di chiamare Tim per insegnare arte alla ‘ classe speciale’ del Liceo del South Bronx. Una classe che ha cambiato tre professori in un mese, una classe con ragazzi problematici, etichettati come senza speranza. Una classe di ragazzi considerati pazzi e che, per questo, si comportano come pazzi. Tim accetta. La scuola si trova in Prospective Street < Una figata!>, pensa Tim; un pensiero svanito appena imboccato il tratto in superficie della metropolitana: kilometri di case bruciate su entrambi i lati. Agli angoli delle strade fatti di crack, branchi di cani randagi e barboni. Il pensiero di Tim, ora è <Rimango solo due settimane. Non un giorno di più>.
I ragazzi accolgono Tim con entusiasmo, confessandogli che non pensavano si sarebbe presentato. Gli comunicano che hanno anche trovato un’aula per lui, spiegandogli che in quella scuola alcune aule sono state messe nel bagno.
L’aula di arte di Tim era una stanza completamente chiusa, senza finestre e piena di ragazzini agguerriti pronto a sbranarlo, che lo osservano e commentano.
Si accorge che l’aula è piena di disegni sul soffitto. < Come hanno fatto dei ragazzini di undici anni a dipingere su un soffitto così alto? È diabolico!>. Chiede delle spiegazione ai ragazzi e loro spiegano che sono riusciti a dipingere attaccando dei gessetti alla sommità di bastoni.
Per Tim, questo, è il segno che questi ragazzi hanno delle potenzialità, che non sono senza speranza.
Indossa, allora, la <Maschera della Morte>, quella che tutti i professori almeno una volta hanno indossato, e ordina loro di fare in un’ora il miglior disegno che abbiano mai fatto in tutta la loro vita.
Accende lo stereo, fa partire il disco degli Africa Bambata e osserva.
Alla fine dell’ora aveva i disegni di tutti i ragazzi, i disegni più belli che quei ragazzi potessero fare. Il successo di tutti era visibile, era tangibile.
Ed è stato allora che uno di loro, innocentemente e candidamente, gli chiede < Vuoi rimanere?>;
ed è stato allora che Tim, correndo il rischio che tutti, amanti, amici,pazzi, corrono nel momento in cui pronunciano quella parolina, rispose < YES>”.
Il progetto didattico avviato nel 1981 nella scuola del South Bronx si è poi amplificato. Con alcuni suoi studenti, apre, sempre nel South Bronx, nel 1981, uno studio d’arte, Art&Knowledge dove i ragazzi si possono trovare dopo la scuola e continuare il lavoro e la ricerca avviata in classe.
Il gruppo di studenti supervisionati da Tim prende il nome di K.O.S. – Kids of Survival, alcuni dei quali sono tutt’oggi collaboratori del maestro.
L’idea di base, sia del progetto didattico scolastico che di quello dello studio, è l’utilizzo dell’arte come mezzo per imparare le altre discipline: matematica, letteratura, filosofia, musica.
Un progetto non solo artistico, ma anche, e soprattutto, di recupero sociale.
Dal 1981 Tim gira il mondo con i suoi ragazzi facendo laboratori didattici dai quali nascono delle opere d’arte, come quelle in mostra alla GAMeC: delle opere collettive dove le individualità e l’apporto di ogni ragazzo viene composto insieme come se fosse un coro. Il processo collaborativo avviene a livello progettuale, con le idee.
I lavori svolti fino ad ora toccano i temi più vari e disparati: dal Le Rane di Aristofane agli scritti di Kafka; l’ultimo discordo del reverendo M.L.King e i testi di Malcolm X; la sinfonia Metamorfosi di Strauss e l’opera Sogno di Una notte di Mezza Estate di Shakespeare.
L’ultimo lavoro svolto è tratto dal romanzo L’uomo Invisibile: quando un’artista dichiara sulla carta di essere invisibile , non lo è più.
Questo è il messaggio essenziale dell’arte: affermare con sicurezza I Am!
Ogni artista attraverso l’arte e le sue opere diventa un Testimone e Tim Rollins ha augurato a tutti noi presenti di diventare dei testimoni sinceri della nostra arte. Della nostra vita.
GaiaB.