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sabato 6 agosto 2011

ILLUMInazioni da VENEZIA/1

Christian Marclay, The Clock, 2010, single channel video, 24 hours 

Tre giorni a Venezia, posson bastare... per vedere quasi tutto quello che la Biennale può offrire. Sicuramente il caldo d'agosto, i turisti, l'immondizia diffusa, la curatela di Sgarbi e i maledetti piccioni non aiutano a dare un giudizio positivo dell'insieme, anche se delle piccole chicche qua e là fanno meritare sicuramente una visita all'evento italiano dell'anno per quanto riguarda l'arte contemporanea.



Christian Marclay, The Clock, 2010, single channel video, 24 hours

Sicuramente si è meritato il Leone d'oro l’artista statunitense Christian Marclay con l'opera The clock (2010), un collage di pellicole cinematografiche, che attraverso il montaggio di centinaia di film scorre sullo schermo per l’intero giorno e l’intera notte e cadenza, attraverso il ticchettio di orologi che appaiono sulla scena o azioni mosse dallo scorrere dei minuti, una narrazione sincronizzata in tempo reale con l’ora locale, 24 ore su 24.


Christian Marclay, The Clock, 2010, single channel video, 24 hours

Si è portati naturalmente a rivederla più volte nel corso della giornata (almeno così ho fatto io), incuriositi dal fatto che non si potrà mai goderla per intero (con tutta la buona volontà gli spettatori possono vederla solo dalle 10.00 alle 18.00). Inoltre non si incappa nel tipico problema di dover controllare l'orologio per vedere se si è dedicato troppo tempo all'opera: gli orologi, continuamente presenti sullo schermo, ci ricordano ogni secondo che ora è, in ogni preciso momento. Per finire, la presenza di comodissimi divani, una proiezione a grandezza cinematografica e ad alta definizione, insieme alla semioscurità rendono l'habitat perfetto per il tipico spettatore stremato da Biennale.


Un'opera poetica e ipnotica nonostante sia costituita da spezzoni cinematografici, costata all'artista tre anni di lavoro, che riflette sul trascorrere del tempo, il nostro tempo, formato da un susseguirsi di istanti irripetibili che corrono inevitabilmente verso la morte.   Siriab


                                                                                                                                                  


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